Lo Spirito Santo ha fatto sbocciare un nuovo piccolo fiore nel deserto del mondo: l’Opera Piccola Cafarnao.

Quest’Opera si rivolge ai “piccoli”, invitandoli ad amare sempre più la loro piccolezza e ad offrirla al Signore, affinché la trasformi in qualcosa di grande, a beneficio del mondo intero.

“Il mio arco pongo sulle nubi, ed esso sarà il segno dell’alleanza tra me e la terra. L’arco sarà sulle nubi, ed io lo guarderò per ricordare l’alleanza eterna tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne che è sulla terra” ( Gn 9,13-14; 16-17 ).

 

“Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me” ( Gv 12, 31-33).

“Allora apparirà il segno del Figlio dell’uomo, e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e splendore” ( Mt 24,30-31 ).

A Gerusalemme, il 7 maggio del 351 d. C., durante il regno di Costanzo, figlio di Costantino il Grande, nel giorno di Pentecoste, apparve, prodigiosamente, questo multi - testimoniato segno.

San Cirillo, che in quel tempo era Arcivescovo di Gerusalemme, scrisse una lettera all’imperatore Costanzo per descrivere l’evento di cui fu testimone con i suoi occhi: ”Avanti le none ( ovvero il 7 ) di maggio, verso l’ora terza ( ovvero le nove del mattino ), un vasto corpo luminoso, in forma di croce, è apparso nel cielo, proprio sopra il santo Golgota, giungendo fino al santo Monte degli ulivi ( perciò per quasi due miglia di lunghezza ). Questo segno fu visto non da una o due persone, ma in modo chiaro ed evidente da tutta la città: ciò non è stato, come si potrebbe pensare, un fenomeno transitorio, momentaneo, perché è continuato per diverse ore visibile ai nostri occhi, e più splendente del sole, alla luce del quale si sarebbe eclissato se questo non fosse stato più forte. L’intera città, colpita da timore reverenziale temprato con gioia, corse subito alla Chiesa: giovani e vecchi, cristiani e pagani, cittadini e stranieri, tutti con una sola voce a lodare il Signore nostro Gesù Cristo, il Figlio Unigenito di Dio”.

San Cirillo conclude questa sua lettera con l’augurio che l’imperatore possa sempre glorificare la santa e consustanziale Trinità. Questo miracolo fu considerato dai cristiani come la vittoria finale dell’Ortodossia sull’Arianesimo. Filostorgio e la Cronaca di Alessandria affermano che questa croce era circondata da un “grande arcobaleno”.    

Filostorgio scrive:

“Apparve a Gerusalemme, verso l’ora terza del giorno che viene chiamato il giorno di Pentecoste. Questo segno, che è stato interpretato come non di mano umana, è stato visto estendersi dal Monte Calvario fino al Monte degli Ulivi, ed è stato accompagnato da un arcobaleno di grandi dimensioni, come una corona, che lo ha circondato su ogni lato” ( Storia Ecclesiastica, Libro II, Capitolo XXVI).

Socrate scrive:

“Al tempo in cui Cirillo amministrava la Chiesa di Gerusalemme dopo Massimo, apparve nel cielo il segno della Croce. Rifulgeva brillantemente, non con i raggi divergenti come una cometa, ma con la concentrazione di una grande quantità di luce, apparentemente densa eppure trasparente. La sua lunghezza era di quindici stadi, dal Calvario al Monte degli Ulivi, e la sua larghezza era proporzionale alla sua lunghezza. Un fenomeno così straordinario suscitò universale terrore. Uomini, donne e bambini lasciarono le loro case, la piazza del mercato, o le loro rispettive occupazioni, e corsero alla Chiesa, dove insieme cantavano inni a Cristo, e volontariamente professavano la loro fede in Dio. La notizia turbò in non poca misura i nostri interi domini, e questo successe rapidamente; perché, come era uso, vi erano stati viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo, per intenderci, che si trovavano a Gerusalemme per la preghiera o per visitare i suoi luoghi di interesse, questi furono spettatori del segno, e, giunti a casa, divulgarono i fatti ai loro amici.. L’imperatore fu messo a conoscenza dell’avvenimento, in parte da numerosi rapporti concernenti il fatto che erano allora correnti, e in parte da una lettera del Vescovo Cirillo. Si disse che questo prodigio fu il compimento di un’antica profezia contenuta nella Sacra Scrittura (Mt 24, 30 ). Fu il mezzo per la conversione di molti pagani ed ebrei al cristianesimo” (Storia ecclesiastica, Libro IV, capitolo V ).

Tropario: tono 1°

Ha brillato in questo momento più luminosa del sole l’immagine della tua Croce, che hai estesa dal Monte degli Ulivi al Calvario, e mostrando chiaramente la Tua forza che è in essa, o Salvatore, hai anche rafforzato in tal modo i tuoi fedeli. Per l’intercessione della Madre di Dio, custodiscici sempre in pace, o Cristo Dio nostro, e salvaci.

Kontakion: tono 4°

Facendo brillare i suoi raggi sopra il cielo, l’Immacolata Croce è apparsa sulla terra, luminosa con splendore, per essa è stato aperto il Cielo, che un tempo era chiuso. Accordato il fulgore della sua opera divina, siamo con certezza guidati allo splendore senza tramonto. Nelle battaglie l’abbiamo quale vera arma della pace e trofeo invincibile”.

Questo meraviglioso segno, comparso tanti secoli fa, presto comparirà di nuovo, e si vedrà in ogni angolo della terra per diverso tempo: rappresenterà un invito per tutti gli uomini alla conversione in un’unica Fede, in un solo Battesimo,  in un’unica Chiesa; e sarà l’annuncio della cacciata di satana da questo mondo e l’Avvento del Regno glorioso del Signore Gesù Cristo.

Gloria al Padre e  al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.

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